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martedì 27 maggio 2014

Una grande famiglia in viaggio a Medjugorje

La chiesa di San Giacomo

CAMPO DI GIOVE - Venerdì 16 maggio - Ragazzi, giovani e adulti di Castel di Sangro, Pescocostanzo, Palena, Campo di Giove, Cansano, Sulmona, Tocco da Casauria, Alba Adriatica e Napoli partono dal nostro paese per partecipare ad un pellegrinaggio a Medjugorje, organizzato dall’instancabile ed efficientissimo Bruno Capaldo, pastore di professione con indiscussa propensione all’altruismo. 

Le aspettative sono tante, come tante sono le richieste di grazie che molti portano nel proprio cuore, pronti a deporle ai piedi della Madonna che, come noto, lì si dice che continui ad apparire a tre dei sei veggenti, dal 24 giugno del 1981.

Il viaggio fino ad Ancona in pullman è scandito da preghiere e momenti di relax che ognuno vive insieme ai compagni appena conosciuti, in un’avventura che si rivelerà per molti aspetti unica, almeno dal punto di vista umano. 

Grazie al senso pratico del capogruppo, fin da subito ci si sente parte di una famiglia che, chissà perché, sente di essere attesa in un luogo che quasi tutti hanno finora soltanto visto in tv...

Sabato 17 - Finalmente si attracca a Spalato, il pullman imbarcato torna finalmente a viaggiare sull’asfalto, dritto al punto di destinazione. Giunti sul posto, ci si rende conto che non c’è tempo da perdere, d’altra parte stanchezza e svogliatezza in questo luogo sembrano non avere diritto di cittadinanza. 

La statua della Madonna sul Podbrdo,
nel punto in cui, secondo i veggenti,
sono iniziate le apparizioni 
Si parte verso la “Collina delle Apparizioni” (Podbrdo). Senza nessuna indicazione ognuno si raccoglie nei propri pensieri, le preghiere incessanti rivolte alla “Regina della Pace” salgono in una corale eppur distinta richiesta. Giunti ai piedi della statua posta proprio nel punto in cui, stando ai veggenti, incontrarono per la prima volta la Madonna, le emozioni si fanno più forti, e le lacrime di molti visi non tardano a rigare le gote accaldate dalla fatica, seppur leggera, della salita... 
Tra di noi, c’è Loreto, ex carabiniere paracadutista rimasto gravemente ferito in un incidente durante una missione in Afghanistan, inevitabile chiedere con cristiana disponibilità una protezione speciale per lui.

Si discende. Alle 19 c’è la Messa nello spiazzale posto alle spalle della chiesa di San Giacomo, ci uniamo alla partecipazione insieme ad altre migliaia di persone. Gente di tante nazionalità, accomunate da un’unica fede... È solo il preludio di un altro momento speciale vissuto durante l’Adorazione Eucaristica, questa volta dentro la chiesa... 
Semplici versi accompagnati da una chitarra acustica fanno da splendido ed incisivo richiamo nel prestare la massima attenzione alla Presenza Divina sull’altare. 

La croce del Krizevac
Domenica 18 - Scalata al Monte Krizevac, intervallata dalle stazioni della Via Crucis guidata con profondità di riflessioni da Padre Urbano Pittiglio, nostra guida spirituale. 

Alla sommità si erge la grande croce innalzata dagli abitanti del posto ben prima che Medjugorje diventasse famosa in tutto il mondo, una croce bianca alta circa 8 metri si staglia sul panorama balcanico e pare simboleggiare nella sua grandezza l’infinita disponibilità di un Dio verso le altrettanto infinite sofferenze di tante e tante persone che lì, sembrano trovare inspiegabilmente, una carezza dell’anima o un soffio dello Spirito in grado di lenire delicatamente i dolori che oguno porta dentro sé...

Si ridiscende e, come è giusto che sia, non mancano i momenti di “stacco” da un clima intenso e profondo. Sorrisi e gesti di amicizia fanno da collante alle ore trascorse insieme, momenti di sincera condivisione grazie ai quali sembra di conosceresi da tempo.

Lunedì 19 - Ognuno liberamente decide di tornare a visitare uno dei tre punti fondamentali di Medjugorje: chiesa di San Giacomo con i suoi spazi esterni nei quali trovare la statua del Cristo o della Madonna, la Collina delle Apparizioni ed il Krizevac, nel pomeriggio invece viene data la possibilità di visitare Mostar, la città bosniaca assurta a testimonianza simbolo dell’odio e della guerra nel contesto del conflitto balcanico degli anni ’90.

Martedì 20 - Giorno di ritorno e di nostalgia provata ed espressa praticamente da tutti... 

Ma sarebbe sbagliato pensare che sia finita così... Durante il rientro non si perde l’occasione per scambiarsi pareri, impressioni e racconti di quanto vissuto. 

C’è voglia di continuare a parlarsi e ad incontrarsi di nuovo... 
Nel frattempo, numeri di cellulare e profili Facebook saranno i nostri canali di contatto!

Ed ora, senza nominare ciascuno, perché già nel cuore di ognuno di noi: grazie a tutti voi, la Regina della Pace ci accompagni nel riprendere il cammino di ogni giorno, donandoci la capacità di portare frutto laddove è atteso.

Un abbraccio forte,
Antonio

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