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lunedì 16 settembre 2013

Comunicato del Sindaco

CAMPO DI GIOVE - Prendendo spunto dal recente Decreto n.61 del 27/08/2013 del Commissario ad acta Gianni Chiodi, con il quale si provvede al riordino delle sedi dei servizi di continuità assistenziale delle Asl, il sindaco di Campo di Giove, dott. Giovanni Di Mascio ha diramato in queste ore un comunicato per annunciare l'adozione di "opportune iniziative di contrasto e di protesta al fine di ristabilire condizioni minime di uguaglianza e diritti a cui in ogni democrazia ogni cittadino deve poter aspirare"

Con il decreto in sostanza, vengono soppresse e/o accorpate alcune Ciroscrizioni/Sedi del Servizio di Continuità Assistenziale (guardia medica), tra cui quella di Campo di Giove.   

Nel comunicato il primo cittadino coglie l'occasione per ribadire una serie di nodi storici che riguardano il paese, tutti in qualche misura strettamente legati alla penalizzazione delle aree interne della regione.


COMUNICATO DEL SINDACO

“Il decreto del Presidente della Regione Abruzzo, Commissario ad acta,  n. 61 del 27/08/2013, ha portato a compimento ciò che, da tempo, è stato pianificato in tema di riordino delle sedi dei servizi di continuità assistenziale delle Asl della regione Abruzzo. Si tratta dell’ennesimo atto di una ormai continua e sistematica spoliazione del nostro territorio; dalla chiusura, ormai rituale, della S.P. Frentana nel periodo invernale (con i gravi danni economici che ci arreca, perché da una parte impedisce il collegamento diretto con il bacino sciistico Aremogna-Monte Pratello e dall’altra ci impedisce di ospitare, anche d’inverno, il consistente flusso turistico proveniente da Sud),
alla chiusura della linea ferroviaria Sulmona-Carpinone (il cui servizio sostitutivo di pullman, fra l’altro, da Sulmona raggiunge Roccaraso attraverso la SS 17, bypassando inspiegabilmente Campo di Giove – oltre il danno, la beffa!), dalla progressiva riduzione delle corse del trasporto pubblico locale (nei giorni festivi Campo di Giove è completamente isolato) ed ora la soppressione del servizio di continuità assistenziale. E’ evidente come tali provvedimenti abbiano l’effetto di accelerare lo spopolamento delle nostre zone (le iscrizioni alla Scuola dell’Infanzia sono drasticamente diminuite nell’ultimo lustro), zone interne e montane già di per sé vessate da uno storico svantaggio di carattere economico e sociale. La questione della continuità assistenziale non si può affrontare solo con il c.d. “rapporto ottimale medici/abitanti” (1/3.500), perché si tratta comunque di un rapporto medio che, sebbene inferiore a quello nazionale (1/5.000), per definizione prescinde dalle caratteristiche orografiche del territorio (non convincono, sul punto, le dichiarazioni contrarie del Presidente- Commissario ad Acta). Ed invero, d’inverno nella nostra zona (circa 1.100 m.s.l.m.), abbondanti nevicate e, soprattutto, strade gelate, rappresentino la regola, e non l’eccezione, e la strada che collega Campo di Giove a Sulmona – quando è transitabile – è percorribile, da parte di una ipotetica ambulanza, in 1.5 h (andata e ritorno), con tutte le conseguenze che è facile immaginare; non si è quindi lontano dal vero se si afferma che nella nostra zona il servizio di che trattasi, di fatto, è da considerare cancellato, eliminato, soppresso. Inoltre, non è inutile ricordare come Campo di Giove, in lunghi periodi dell’anno (Luglio-Agosto-vacanzeNatalizie/Pasquali-WeekEnd-ponti-festività, ecc..), con le sue circa 4.000 seconde case, arrivi a registrare anche 10.000/12.000 presenze. Non è dato capire se e come si è pensato di tutelare il fabbisogno assistenziale in tali situazioni, come non è dato capire se si è valutato l’ulteriore e notevole danno economico che dalla soppressione del servizio deriverebbe alla nostra comunità, essendo ragionevole prevedere, in mancanza di un servizio di così estrema importanza, una ovvia e drastica riduzione del flusso turistico. Alla luce di ciò è da chiedersi, allora, se sia ancora vigente, per i cittadini delle aree montane, il diritto alla salute (ex art.32 Cost.) ed il diritto di eguaglianza (art.3 Cost.), uguaglianza non puramente formale ma sostanziale, che, secondo il dettato Costituzionale, è da perseguire attraverso l’adozione di interventi idonei a “…rimuovere gli ostacoli…” che limitano “…di fatto l’eguaglianza dei cittadini…” in modo da fornire a quelli più deboli/svantaggiati i mezzi per esercitare i propri diritti. Ebbene, con la soppressione del servizio di Guardia Medica si è percorsa la direzione opposta. “Eguaglianza sostanziale” dovrebbe essere, ad esempio, regolare il carico fiscale, oltre che sulla capacità contributiva (art.53 Cost.), anche sulla base della qualità e quantità dei servizi ricevuti. Oggi invece, a parità di tutte le condizioni soggettive (reddito, familiari a carico, ecc…) un cittadino residente in comuni ad alta densità abitativa paga le medesime imposte di uno “montano”, pur beneficiando di una rete certamente migliore di servizi e, in particolare, dei servizi sanitari. Per questo ci attiveremo affinché vengano adottate le più opportune iniziative di contrasto e di protesta al fine di ristabilire condizioni minime di uguaglianza e diritti a cui in democrazia ogni cittadino deve poter aspirare. 
Dr. Giovanni Di Mascio”

(comunicato pubblicato su: http://www.quiquotidiano.it/?p=18780)

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